Progetto Riabilitativo

Il Progetto Riabilitativo

Ascoltami: un giorno sentii un utente reclamare a gran voce l’attenzione di un collega. Ne parlai con un redattore di radio shock, il quale mi fece riflettere a lungo: “Quando si sta molto male, non si viene ascoltati, ma se qualcuno ti ascolta davvero, ti fa stare meglio”, commentò.

Nell’esperienza terapeutica con la sofferenza mentale radicale, il tema dell’ascolto occupa esplicitamente uno spazio importante, tanto da costituirsi come fattore terapeutico imprescindibile. Il gruppo terapeutico consente un ascolto reciproco dei partecipanti, permettendo la presenza attiva, anche di chi resta in silenzio: la funzione riflessiva può germinare da un lavoro di gruppo fondato sull’intersoggettività. La Radio permette di esercitare l’ascolto di chi si intervista, l’ascolto degli altri utenti/redattori, e soprattutto si viene ascoltati. Essere ascoltati strappa alla condizione solitaria dell’esistenza negativa del mondo psicotico. La marginalità ontologica del malato di mente, diviene angolo prospettico esclusivo ed eccentrico, con cui la persona intervistata deve confrontarsi. “Forse si può di nuovo esistere”, diceva G, “…grazie alla radio”. Gli altri, i normali, divengono “ascoltatori”, anziché persone giudicanti, smarrite o indifferenti, fâce alla sofferenza mentale
Essere ascoltati è terapeutico? Crediamo che sia così: avere degli ascoltatori, dei lettori riporta spessore in esistenze segnate dalla sofferenza mentale e con essa la sensazione di non esser-ci. Radio Shock permette di essere-nel-mondo. I redattori partecipano alla vita di relazione quando stanno bene o male, scoprendo nel secondo caso, che inaspettatamente può esserci più intensità creativa nel malessere, piuttosto che nell’equilibrio.

Lavoro di gruppo orientato ad uno scopo: la redazione compone le domande e a seguire le interviste, grazie ad un impegnativo lavoro di interconnessione, nel quale parti discrete vengono articolate. Mentre si tende verso l’ omogeneità della sequenza logica, una forza uguale e contraria impedisce il movimento, spingendo di fatto verso la scomposizione. L’intervistato subisce lo shock di forze vettoriali contrastanti: lo straniamento, il disvelamento e il divertimento sono assicurati.

Il potenziamento delle capacità cognitive e del pensiero astratto

Il Ruolo: la sofferenza mentale trascina con sé un grave rischio, la desertificazione dei ruoli di un individuo. Solo nella sofferenza acuta, o quando i tanti ruoli che abbiamo vengono meno, ci possiamo rendere conto di averne avuti di più in passato. Chi ha soprattutto la cura di sé come principale obiettivo esistenziale, rischia di identificarsi con l’unico ruolo rimasto, quello del malato. Radio Shock permette di aggiungere, al ruolo del malato, anche il ruolo di redattore, parte di un gruppo di lavoro.
G: “ero un malato di mente, ora sono anche un redattore di Radio Shock”. Le metafore scelte per il progetto riabilitativo prendono sostanza ontologica per gli utenti, per gli ascoltatori, per i mezzi di comunicazione, i media in genere.
Gli utenti divengono redattori, i curanti anche. Le dinamiche cambiano radicalmente e bisogna essere disposti a mettersi in gioco: spesso sono i redattori a prendere iniziative proattive o a stabilire contatti con personaggi celebri da intervistare.

Il lavoro creativo sull’interdipendenza dei ruoli

La dimensione condivisa di un progetto creativo combatte il ritiro e la sintomatologia negativa (anedonia, asocialità , apatia, appiattimento affettivo e alogia);

L’uso delle nuove tecnologie e dei social apre a nuove inedite forme di lotta allo stigma, ovvero modalità inattese di fruire di un percorso riabilitativo per gli utenti in carico al servizio;

Le interviste si tengono talvolta presso il Dipartimento di Salute Mentale, ma quando possibile si raggiunge l’intervistato: al Festival della Letteratura di Mantova; sui campi di calcio; dove si tiene il Festival del Cinema; nelle sedi istituzionali, etc. Quando possibile, Radio Shock accredita i suoi redattori.

Puntare all’autenticità: Le nostre interviste sono il frutto di un lavoro di gruppo, di chi ha sofferto o tuttora soffre di un disagio mentale: quando si sta male si tollera di tutto, ma non le bugie, ecco perché non si può mentire alle nostre domande. Irriverenza, una certa quota di surreale e altri ingredienti gelosamente custoditi, smascherano l’individuo dietro la maschera. Ritrovare le simmetrie dell’incontro procura una soddisfazione evidente, nei nostri redattori e in chi ci segue.

 

 

 

Storia

Radio Shock vide la luce nel 2006, quando la redazione di Radio 180 di Mantova venne a Piacenza per raccontarci la sua storia. La cornice si definì all’interno di un convegno ricco di confronti, fra operatori del Dipartimento di Salute Mentale di Mantova e operatori del DSM-DP di Piacenza: Massimo Seccaspina, un educatore, e Davide Rossi, un infermiere, stabilirono per primi un contatto con la web radio mantovana e contribuirono in modo decisivo ad avviare il progetto.

L’allora primario dr Giovanni Smerieri divenne editore, il dr Emanuele Guagnini direttore, e il dr Marco Martinelli caporedattore.

Il dr Stefano Mistura, all’epoca Direttore di Dipartimento, promosse il Progetto Riabilitativo Radio Shock, culturalmente dotato delle potenzialità per veicolare rappresentazioni alternative della malattia mentale.

Storicizzare Radio Shock significa ricordare che negli stessi anni nacque la compagnia teatrale del Dipartimento di Salute Mentale: “Diurni & Notturni”, tutt’ora operativa e con all’attivo una sua storia artistica.

Quando Marco Cavallo uscì dal manicomio di Triste nel marzo del ‘73, forse nessuno poteva immaginare la strada che avrebbe percorso, nelle sue forme più imprevedibili.

 

radio180 CONTRASTO AZZURRO